Vinitaly.USA debutta a Chicago il 20 e 21 ottobre: prima edizione con 230 aziende e 1.650 etichette in degustazione
Inaugurata al Navy Pier di Chicago la prima edizione di Vinitaly.USA, il format fieristico del vino italiano negli States organizzato da Veronafiere e Fiere Italiane con il sostegno di Agenzia ICE e la collaborazione dei ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare.
La manifestazione per due giornate (20-21 ottobre 2024) trasforma il famoso molo della metropoli dell’Illinois in un business center del vino made in Italy e segna l’avvio del presidio permanente di Vinitaly-Veronafiere sul primo mercato di sbocco mondiale del prodotto enologico.
Vinitaly.USA si presenta agli oltre 1.500 buyer americani accreditati, con 230 aziende italiane, cinque collettive regionali (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Sardegna e la presenza istituzionale di Veneto e Umbria) su 13mila metri quadrati espositivi, 1.650 etichette in degustazione e un palinsesto di 30 eventi b2b.
«Si tratta di un evento fondamentale per la promozione e il posizionamento del vino made in Italy. Una rilevanza sottolineata anche dalla presenza all’inaugurazione del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida e, per parte americana, del Governatore dell’Illinois, Jay Robert Pritzker – dichiara il presidente di Veronafiere SpA, Federico Bricolo –. Vinitaly.USA è il risultato di una convergenza di visione e strategia con tutte le istituzioni preposte, in particolare con Agenzia ICE e MAECI. Nel nostro piano di sviluppo – conclude Bricolo –, Vinitaly.USA ha l’obiettivo di diventare la rassegna di riferimento per la crescita delle aziende sulla prima piazza di destinazione, che ha chiuso in positivo il secondo quadrimestre di quest’anno».
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly parlano italiano circa 3 bottiglie importate su 10, per una quota di mercato a valore che ad agosto è cresciuta fino a sfiorare il 34% e che sale al 43% se si guarda al Midwest (che ricomprende 12 Stati). Complice l’allungo nei primi 8 mesi dell’anno, con gli ordini dal Belpaese in crescita del 4% per un corrispettivo di 1,5 miliardi di dollari a fronte di una media complessiva delle importazioni Usa in calo del 3%, con la Francia in ritirata a -8% (1,6 miliardi di dollari). Un quadro senz’altro incoraggiante, quello italiano sul fronte delle spedizioni, che però – secondo l’Osservatorio – non è sufficiente a cancellare le complessità del periodo. Sul fronte delle vendite e dei consumi effettivi, infatti, la situazione rimane complicata, sebbene parzialmente sostenuta da una tipologia spumanti, anche trainata dalla tendenza cocktail, che si conferma in buona salute.
Ed è proprio il mercato uno dei principali focus di Vinitaly.USA che ha ospitato nella prima giornata il wine business forum di Agenzia ICE “Fra tradizione e innovazione: il futuro del vino italiano nel mercato americano”. Per il presidente dell’Agenzia Matteo Zoppas: «Il vino italiano si sta confermando a livello internazionale, grazie a un’identità che ne valorizza qualità e prestigio. Vinitaly.USA rappresenta una piattaforma strategica per consolidare la presenza del prodotto italiano nel mercato americano, rafforzando la reputazione dell’Italia come leader nel settore vitivinicolo. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato, ci prepariamo a proiettare ancora più in alto il successo del vino italiano e a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi».
Al taglio del nastro di Vinitaly.USA, oltre al ministro Lollobrigida, al governatore dell’Illinois Pritzker, al presidente di Agenzia ICE, Zoppas, hanno partecipato anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il consigliere giuridico del ministro degli Affari esteri, Marco Rago, il segretario generale del Maeci, Riccardo Guariglia, e i presidenti delle organizzazioni agricole e del vino Coldiretti, Confagricoltura, Unione Italiana Vini, Agivi e Federvini. Per Veronafiere, insieme al presidente Bricolo erano presenti l’amministratore delegato, Maurizio Danese, il direttore generale, Adolfo Rebughini, e i vicepresidenti, Matteo Gelmetti e Romano Artoni.
Leggi il comunicato stampa d’apertura con le dichirazioni dei presenti qui.