Servizi, incoming, digitale: il piano del nuovo Vinitaly
Crescita internazionale e perfezionamento qualitativo dei buyer; ulteriore riduzione selettiva di wine lover in fiera; maggior diffusione degli strumenti online in favore del b2b; miglior adeguamento dei servizi logistici della città che resta un valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione.
Sono le nuove linee di sviluppo a breve e medio termine di Vinitaly, annunciate in occasione della presentazione a Roma della 54ª edizione del salone dei vini e dei distillati di Veronafiere, in programma dal 10 al 13 aprile 2022.
Dopo due anni di stop a causa della pandemia, Vinitaly torna in presenza ma sta già pensando ad un futuro a tutto business, grazie ad un piano messo a punto dal management di Veronafiere insieme alla società di consulenza strategica Roland Berger.
Un lavoro portato avanti negli ultimi due anni, frutto anche dall’ascolto di centinaia di imprese espositrici.
«Dopo due anni di assenza – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –, Vinitaly ritorna alla sua collocazione originale, con un quadro espositivo che lo riporta idealmente alle edizioni pre-pandemia. Un risultato non scontato che, nel confermare la centralità della manifestazione, premia il piano di crescita di Vinitaly iniziato già nel 2018 e fino a oggi perfezionato. Potenziamento del business in fiera, selezione degli operatori e incremento della quota estera sono le direttrici di lavoro che impegneranno ulteriormente Veronafiere anche nel medio termine, ovviamente al netto di contesti emergenziali».
«Lo stop forzato ci ha permesso di inquadrare nel migliore dei modi lo scenario evolutivo di Vinitaly – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere, –. Lo abbiamo voluto fare anche attraverso la condivisione e l’ascolto dei nostri partner storici: le aziende, i consorzi e le organizzazioni del settore. Il risultato, dopo il test della Special edition di ottobre scorso, è un giro di boa che avvieremo tra 10 giorni e completeremo nel biennio successivo, con un Vinitaly fortemente rafforzato nelle aree a maggior tasso di sviluppo potenziale. Secondo l’indagine commissionata, tra i principali punti di forza della manifestazione emerge quello relativo alla presenza di buyer esteri (76%) e nazionali (53%)».
Tra le priorità indicate nel piano al primo posto è la crescita internazionale della manifestazione in ottica di espositori esteri, a cui sarà dedicato per ogni edizione uno “special show” tematico focalizzato su specifiche aree produttive o tipologie di prodotto a partire dal 2023.
Una scelta questa funzionale all’incoming, con un ancora maggiore affinamento qualitativo dei buyer provenienti in particolare dalle aree asiatiche e Nordamericane, le più richieste dalle aziende. Sempre in chiave di presenza globale, che oggi conta già 17 eventi oltreconfine l’anno, sarà inoltre notevolmente rafforzato il programma della Vinitaly Academy, con un aumento delle adesioni sia sui mercati emergenti che di sbocco.
Ma il b2b dovrà passare maggiormente sui canali digitali già predisposti da Veronafiere e ancora poco sfruttati; da qui l’obiettivo di collegare attraverso la piattaforma unica di Vinitaly plus i progetti di business online extra evento. Al matching virtuale si aggiungerà quello fisico, con l’organizzazione di eventi espositivi e attività di incoming locali in Italia di concerto con le Regioni coinvolte.
Capitolo importante sarà poi l’ulteriore riqualificazione delle infrastrutture interne ma, soprattutto, il miglioramento (a cura del territorio) della logistica e dei servizi della città, a partire dalla realizzazione del collegamento diretto Fiera-stazione dell’Alta velocità.
Un alleggerimento dei flussi cui contribuirà l’accelerazione del già avviato processo di sempre più netta divisione tra operatori professionali e wine lover. Per questi ultimi, già da quest’anno la selezione si farà ancora più fitta. Per contro, Vinitaly & the City sarà chiamato ad accrescere la propria presenza per diventare a tutti gli effetti il Fuori-salone dedicato agli amanti del vino.
Diverse, infine, le novità di carattere contenutistico previste nel corso dei prossimi Vinitaly, come Micro-mega wines, Mixology, Organic e Orange wine: le aree start-up, avviate già da quest’anno, che saranno progressivamente affiancate da altre in grado di intercettare e anticipare trend rilevanti per il settore.
L’indagine, svolta dalla società di consulenza Roland Berger, ha coinvolto 230 aziende italiane del vino di tutte le regioni italiane, raggiungendo così un’ampia rappresentatività del settore. Per le aziende del campione, la crescita internazionale (74%) è una priorità strategica, seguita dal miglioramento della redditività (52%). Il primo razionale di partecipazione a Vinitaly è ‘acquisire nuovi clienti esteri’ (83%), mentre le aziende con un fatturato superiore a 10 milioni di euro sono più propense rispetto alle altre a partecipare per presentare i prodotti, concludere accordi commerciali e fare networking.
Un altro punto di forza, rispetto alle altre fiere è la notorietà dell’evento ma anche la città di Verona, considerata asset chiave per comunicare i valori, la territorialità e l’italianità del vino.