Veronafiere da Chicago lancia il progetto Vinitaly USA 2024
Gli Stati Uniti d’America sono la prima destinazione per l’export enologico italiano con 1,8 miliardi di euro a valore nel 2022. Un mercato esigente da presidiare con costanza e attenzione. Con questo obiettivo è nato il progetto di sistema Vinitaly USA 2024. L’occasione è stata la partnership attivata con l’International Wine Expo, evento b2b già radicato da anni nella capitale della regione del Midwest, cofirmato quest’anno da Vinitaly e che, il 22 e il 23 ottobre, ha visto la partecipazione di oltre 200 aziende in rappresentanza di 1.000 etichette in degustazione e la realizzazione di masterclass di alto livello e talk sul vino, con oltre 350 partecipanti tra importatori, professionisti della gdo e del canale horeca.
«Il lavoro di squadra attivato da tempo con le istituzioni ci ha dato ragione e possiamo dire di aver vinto una sfida importante e complessa, di aggregare con il brand Vinitaly tutte le progettualità per creare un forte momento promozionale a favore del settore enologico italiano negli USA», ha sottolinea il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo.
La conferma arriva da Matteo Zoppas, presidente di ICE-Agenzia: «Le fiere sono strategiche per il business matching delle imprese, in particolare delle piccole-medie. E con Veronafiere Vinitaly, che si era già mosso in modo accurato su questo mercato, ICE sta valutando insieme ai ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura, ad Assocamerestero, tutti presenti a Chicago nei giorni dell’evento, il progetto per fare di Vinitaly USA 2024 il principale appuntamento per questo fondamentale mercato».
Un ponte fieristico, quindi, che dal 2024 collegherà stabilmente l’Italia con il primo mercato al mondo del vino con 7,3 miliardi di dollari di import in valore e 4,5 miliardi di bottiglie stappate all’anno.
«Vinitaly Usa 2024 seguirà anche le indicazioni del nascente comitato degli importatori con i quali condivideremo le strategie e i comuni interessi per lo sviluppo del vino italiano. L’obiettivo è rendere ancora più proficuo il rapporto con il mercato che esprime grande attenzione per i vini premium e al contempo cerca sempre nuove proposte. E l’Italia con i suoi 540 vitigni è in grado di offrire una scelta unica nel suo genere al mondo in grado di soddisfare le esigenze del settore horeca, degli importatori e dei distributori di un’area geoeconomica che secondo il nostro Osservatorio crescerà entro il 2040 per un equivalente di 1,2 miliardi di bottiglie», spiega l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese.
Il debutto espositivo di quest’anno di Vinitaly negli Stati Uniti è nato grazie alla collaborazione con Italian Expo, la Camera di Commercio Italiana-Americana di Chicago e del Midwest e l’ICE Agenzia di Chicago e New York. Realtà, queste, molto radicate nel tessuto politico economico dell’Illinois. Alla cena di gala dell’evento, sono intervenute personalità di alto profilo tra le quali il vicegovernatore dello Stato di Illinois, Juliana Stratton e il segretario di Stato dell’Illinois, Alexi Giannoulias.
Un presidio che sarà implementato nel 2024, come ricorda il direttore commerciale di Veronafiere, Raul Barbieri: «L’anno prossimo sono già in programma due roadshow a New York e Houston dove sono in calendario anche due masterclass guidate da Ian D’Agata, per poi ritornare a Chicago con la prima edizione di Vinitaly USA nella quale proporremo anche la Mixology per valorizzare un segmento ben presente a Vinitaly di Verona e che ha un potenziale notevole anche negli Stati Uniti d’America».